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Spirituality for children

Sarah Maria Tagliabue @ All Right Reserved 

PEDAGOGIA STEINERIANA

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Esoterista, filosofo e teologo austriaco, fondatore dell'antroposofia, Rudolf Steiner ha dedicato gran parte della sua vita a diffondere una visione dell'uomo, e quindi della pedagogia, che mettesse al centro lo Spirito.

Lui stesso afferma che lo scopo della formazione è educare l'uomo ad essere cittadino di due mondi, quello materiale e quello spirituale.

La vita è, dunque, secondo lui, impregnata di trascendenza e compito degli attori del processo educativo è trasmettere questo sguardo ai bambini.

La relazione educatore-bambino può essere essa stessa fonte di crescita e guarigione, perchè già solo il movimento di cura e di amore che si crea, permette al discente di dire di sì alla vita.

 

Secondo la sua visione, costruita in base all'osservazione dell'evoluzione delle caratteristiche bio-psicologiche dell'individuo, i cicli educativi vanno suddivisi in settenni, numero molto caro ai teosofi, di cui Steiner faceva parte.

Lo scopo dell'educazione è quello di crescere uomini liberi. E solo chi conosce se stesso è libero di essere vero e di esprimere totalmente la propria unicità.

PRIMO SETTENNIO: La figura dominante è quella della madre e l'ambiente di crescita dovrebbe essere di tipo domestico-familiare. In questa fase è molto importante il modeling, poichè i bambini imparano attraverso l'esempio e l'imitazione, non solo dei gesti, ma percepiscono anche emozioni ed intenti.

Per questo motivo l'ambiente dovrebbe essere molto semplice, accogliente, quieto, con pochi stimoli e di tipo naturale.

E' bene stimolarli a costruire, inventare, a vedere la realtà come un mondo magico nel quale sentirsi sicuri. In questo la madre ha un ruolo chiave ed è per questo che è molto importante la vicinanza psico-fisica con lei.

Nella società contemporanea, per molti motivi, questa vicinanza, a tratti simbiotica, non viene praticata ed è proprio questa separazione precoce all'origine di molti sintomi nei neonati e nei bambini.

Ad esempio i rush cutanei, le dermatiti, gli eritemi, possono indicare che c'è stato un contatto interrotto con il caregiver primario, o, comunque, che il bambino l'ha vissuto come tale. Non è un caso che le malattie esantematiche siano tipiche dei primi anni di vita!

Porto un esempio personale. 

Per questioni lavorative, la scorsa estate ho raggiunto li miei bambini, di 6 e 9 anni, al mare una settimana dopo il loro arrivo, quindi loro hanno passato alcuni giorni soli con il papà. Il giorno dopo il mio arrivo, guarda a caso, al più piccolo è venuto un lieve eritema sul petto. 

Rifacendoci alle scoperte di Hamer, ciò significa che è andato in soluzione un piccolo conflitto di separazione che lui ha vissuto inconsciamente nei miei confronti.

Anche la zona ci dà molte informazioni: il petto, il cuore, indicano bene dove collocare la relazione con la mamma!

Questo piccolo esempio è per aiutarvi a capire quanto siano correlati i vissuti psicoemotivi e i sintomi fisici, sopratutto nei bambini che, non avendo ancora una consapevolezza linguistica adeguatamente sviluppata, utilizzano molto il loro corpo per esprimersi.

 

SECONDO SETTENNIO: La figura dominante è quella del padre, che dovrebbe accompagnare il bambino ad esplorare la bellezza del mondo e a scoprire i sentimenti e le relazioni con gli altri. Questa funzione è svolta anche dagli insegnanti, che fin dall'inizio della scuola dovrebbero impostare le attività in modo da allineare il più possibile mani, cuore e testa.

 

 

TERZO SETTENNIO: E' dedicato all' approfondimento della conoscenza scientifica, che stimola ad un'osservazione e una conoscenza diretta del mondo. L'arrivo della pubertà porta i soggetti ad oscillare tra un bisogno di libertà e uno stato di insicurezza, nel quale non ci si sente ancora all'altezza del mondo.

Per questo è bene avere sempre come scopo primario l'armonia e l'equilibrio, in modo che indipendenza e responsabilità si intreccino in modo funzionale.

Durante tutto il percorso di studio andrebbero proposte e stimolate le espressioni artistiche di diverso tipo: pittura, scultura, teatro, creazione di manufatti…

Anche questo contribuisce a mettersi in contatto con la propria Anima ed esprimere la propria unicità creativa nel mondo.

Tempo fa chiesero ad un bravissimo professore del liceo quale fosse il suo trucco per farsi adorare dai ragazzi. Lui rispose: “Li guardo”.

In questa breve e semplice risposta, si nasconde la chiave per fare la differenza.

 

Alla luce di questa brevissima infarinatura, emerge come sia assurdo proporre percorsi e soluzioni standardizzate in educazione, ma, soprattutto nella scuola e come le Università, così come sono concepite ed organizzate ora, abbiano inevitabilmente vita breve.

Per un ulteriore e specifico approfondimento su ciò che penso a proposito della scuola, vi invito a leggere due articoli dedicati, reperibili sul Blog di Fontana Editore.